Al Prof. Gaetano Manfredi

Ministro Università e Ricerca

ROMA

Pec: uffgabinetto@postacert.istruzione.it

Oggetto: Richiesta incontro urgente

Egregio Signor Ministro,

per vie informali siamo venuti a conoscenza di un incontro che dovrebbe tenersi a breve dal suo Ministero in videoconferenza, speriamo con tutte le organizzazioni sindacali rappresentative, per discuterete e confrontarsi su un possibile scenario di ripartenza, anche nelle Università, a partire dal prossimo 4 maggio, come è stato comunicato dal Premier Conte.

Abbiamo appreso delle prime indicazioni a firma del Ministro dell’Università e della Ricerca inviata alla CRUI, CUN e CNSU la tempistica di massima delle fasi di rientro, con cui si è chiesto agli organi sopra riportati “indicazioni ed osservazioni in proposito”; a nostro avviso, le indicazioni risultano essere molto generiche e non esaustive per assicurare una ripresa delle attività universitarie in sicurezza, dimenticando, per altro, di far pervenire la stessa richiesta anche alle OO.SS rappresentative del comparto.

Ci risulta invece che il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell’economia, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute hanno sentito nuovamente Cgil, Cisl e Uil per l’aggiornamento del Protocollo sulla sicurezza da loro sottoscritto lo scorso 14 marzo.

Ci chiediamo come sia possibile che una materia così importante come la sicurezza sul lavoro possa essere trattata dal governo esclusivamente con delle OO.SS. che rappresentano una parte nel P.I., senza dimenticare che la sicurezza sul lavoro è materia contrattuale, come abbiamo già avuto modo di ricordare anche in un nostro precedente documento (link),  per cui volenti o nolenti sullo stesso argomento, nessuna OO.SS. rappresentativa potrà essere esclusa dal confronto.

Il mondo Universitario, come sa bene è vasto e variegato, comprende non solo il personale contrattualizzato T.A.B. ma anche la componente docente, il personale delle Facoltà Mediche incardinato nelle AA.OO.UU. o in convenzione con il SSN e l’utenza composta dagli studenti e  dai pazienti, è una realtà complessa e va vista nell’insieme pur dovendo intervenire con appropriate  e specifiche misure  per ciascuno di questi ambiti.

Questa fase emergenziale, di specifico contrasto al diffondersi dell’epidemia da COVID-19 deve essere utilizzata come base per programmare delle linee guida sulla sicurezza sul lavoro in generale basate soprattutto sulla prevenzione.

Senza dimenticare che nell’ambito della legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono già indicate delle particolari figure professionali quali; l’Esperto Qualificato,

l’RSPP, gli ASSP e gli stessi RLS che insieme collaborano nelle attività di prevenzione e controllo della sicurezza sul lavoro.

Per i motivi su esposti si rende necessario un coinvolgimento di tutte le parti sociali rappresentative del Comparto al fine di addivenire ad un intervento, anche normativo condiviso,  in cui tutte le parti si sentano parte attiva del sistema sicurezza, a maggiore ragione nel nostro comparto che ha il compito e la responsabilità di sperimentare e sviluppare sistemi, tecniche e metodiche nell’ambito della sicurezza sul lavoro che trovino poi applicazione pratica nel complesso mondo produttivo del nostro paese.

Siamo convinti che serva una definitiva inversione di rotta rispetto ai pesanti tagli subiti nell’immediato passato, con la previsione di immettere nel sistema universitario risorse finanziarie ulteriori e in parte dedicate a poter eseguire in modo eccellente le linee che il governo andrà a legiferare.

Per questi motivi riteniamo doveroso poter dare anche il nostro contributo nelle azioni che concretamente il Suo Ministero vorrà adottare nel perfezionare le linee guida in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro, di seguito e in modo sintetico le sponiamo alcune nostre idee sull’argomento in questione che avremmo piacere di discutere con la S.V.;

Informazione e adozione di linee guida e misure preventive per il contenimento e la gestione dell’epidemia da COVID-19.

INFORMAZIONE E FORMAZIONE

–       Stabilire un programma di aggiornamento della formazione e informazione dei dirigenti, dei preposti e degli RLS sui rischi biologici e sulle misure di contenimento del virus. Programmare corsi in modalità FAD.

–       Inserire nei corsi di laurea moduli di insegnamento adeguati per l’informazione degli studenti sul significato delle misure di contenimento e sulle istruzioni all’impiego di comportamenti opportuni per limitare i contagi. [Obbligatori prima dell’inizio dei tirocini]

–       Individuare codici di comportamento e buona prassi ai fini della prevenzione della diffusione dei contagi e darne ampia diffusione e pubblicizzazione adeguata presso tutti i luoghi di lavoro e siti istituzionali e dipartimentali.

–       Informare e sensibilizzare tutti gli utenti ed i lavoratori ad attenersi ai comportamenti preventivi volti a limitare il contagio mediante cartellonistica e avvisi in tutti i plessi degli Ateneo (uffici, segreterie, aule ecc.).

–       Stabilire un programma di informazione e formazione di tutti i lavoratori e figure equiparate che gradualmente rientreranno nei luoghi di lavoro e inizio di un piano di formazione incrociata dei lavoratori, in modo da garantire la flessibilità operativa, in caso in cui altri lavoratori siano assenti per motivi legati all’emergenza.

SORVEGLIANZA SANITARIA

–       Aggiornamento e andamento dei dati epidemiologici, in forma anonima, dell’emergenza da COVID-19 tra il personale universitario (contagi, tamponi eseguiti, quarantena, ricoverati in strutture sanitarie, ecc.).

–       Determinare un piano di monitoraggio attraverso misuratori di temperatura, tamponi e/o analisi sierologiche affidabili e disponibili allo stato dell’arte e stabilire la programmazione di adeguata sorveglianza sanitaria.

–       Preparare protocolli di comportamento e avviso del personale nei casi di sospetto o reale contagio per se stessi o nei casi di sospetto o reale contagio di uno stretto familiare (stabilire luoghi di quarantena dell’università come collegi o foresterie).

–       A livello aziendale devono essere costituite unità di crisi, includenti dirigenza, responsabili del rischio, rappresentanti di lavoratori, organizzazioni di studenti e degli utenti (o anche tribunale del malato); l’unità deve verificare il rischio nei tre livelli di monitoraggio: Manageriale (triage screening, quarantene), Ambientale (igiene degli ambienti e dell’aria, sanificazione) e Individuale (rispetto delle norme e accessibilità ai presidi)

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

–       Aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) per i sopravvenuti rischi biologici in tutte le Università.

–       Determinare un piano di rientro graduale alle attività lavorative stabilendo i servizi che si intende riattivare in modalità frontale, i luoghi di lavoro che verranno impegnati, le attività che si intende riattivare e le unità di personale coinvolte (organizzazione del lavoro). Rispettando i DVR aggiornati e tenendo conto di tutte le azioni preventive che verranno determinate (distanziamento opportuno e impiego di DPI, numerosità e regolazione del ricevimento dell’utenza).

–       Favorire turnazione e orari flessibili per il personale che rientra alle attività frontali. Favorire e migliorare i servizi in modalità di lavoro agile.

–       Istituire un tavolo tecnico congiunto Osservatorio e RLS, ove fossero presenti, per la definizione del piano di emergenza aziendale per epidemie e pandemie, utile sia per programmare la cosiddetta fase 2 di riapertura selettiva e specifica di alcuni settori, non che utile in futuro per affrontare casi epidemici di varia natura biologica.

–       Rafforzare il Servizio di Prevenzione e Protezione dell’Ateneo con integrazione del servizio di RSPP e ASPP dei Dipartimenti (ASPP dedicati all’area sicurezza nei Dipartimenti).

–       Istituire un sito virtuale per gli RLS, dotato di adeguati servizi per la diffusione delle informazioni in materia di sicurezza sul lavoro e iniziative di formazione specifica (sportello RLS di Ateneo).

–       Mettere a punto un sistema di rilevazione delle presenze su app o PC.

–       Mettere a punto un piano della prevenzione dello stress lavoro correlato con accessibilità a supporto, counselling ed eventualmente terapia qualora fosse utile. Attivazione di un punto di ascolto per eventuali problematiche anche tecniche emerse.

–       Definire in collaborazione con il CUG e con gli eventuali interessati un piano di protezione specifica per il personale con disabilità e di accesso facilitato per gli utenti con disabilità

–       Per le aziende ospedaliero universitarie definire dei tavoli di intesa coinvolgenti responsabili della sicurezza e coordinatori dei corsi di laurea e responsabili delle scuole di specializzazione per stabilire dove e quando consentire l’accesso ai tirocini formativi e con quali presidi di sicurezze

DPC e DPI

–       Individuare delle procedure di pulizia (corredare di informazioni di uso) e i prodotti adeguati (candeggine e detergenti, soluzioni alcoliche ecc.) che il personale in servizio possa utilizzare per la sanificazione del proprio posto di lavoro quando necessario.

–       Adozione di adeguati Dispositivi di Protezione Collettiva come i dispenser di gel (non solo all’ingresso dei plessi) negli appositi spazi segnatamente indicati all’ingresso degli accessi ai luoghi di lavoro (uffici, corridoi, aule e laboratori). Schermi di protezione per il personale adibito ai servizi che prevedono contatto con elevato numero di colleghi e o utenti (sportelli front office). Saponi disinfettanti e asciugamani monouso nei bagni.

–       Programmazione di interventi di pulizia e sanitizzazione approfondita, straordinaria e periodica, dei luoghi di lavoro. Sanificazione degli impianti di condizionamento dell’aria, degli ascensori (limitare l’uso degli stessi e utilizzare pellicole protettive più facili da disinfettare e rimovibili sulle pulsantiere esterne ed interne), degli studi e delle aule e laboratori (attraverso aziende specializzate).

–       Adozione di adeguati DPI: individuare i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia di dispositivi di protezione individuale (DPI) comuni a tutti i lavoratori e/o specifici per coloro che svolgono attività a più alto rischio (mascherine, visiere e occhiali di protezione, guanti, camici monouso, ecc.).

–       Individuare dei depositi di stoccaggio e approvvigionamento dei DPI nei vari Dipartimenti.

–       Individuare una serie di fornitori (diversificare i fornitori) dei DPI e programmare gli acquisti nel tempo.

–       Individuare procedure di disinfezione dei DPI che consentano di riutilizzare o aumentare la vita media dei dispositivi di protezione individuale e installazione di armadietti e sistemi di disinfezione dei DPI nelle immediate vicinanze dei luoghi di lavoro dove il consumo degli stessi è maggiore come laboratori di ricerca o altri (creazione di una area pulita).

–       Fornitura dei suddetti dispositivi per i lavoratori impegnati nelle diverse attività lavorative e rilascio di informazioni/istruzioni adeguate sull’impiego corretto, procedure di sanificazione e smaltimento dei DPI (kit di protezione).

–       Aumentare la percentuale dei fondi dei progetti di ricerca da destinare alla sicurezza sul lavoro, che possa consentire di formare un adeguato deposito di DPI (attività di ricerca e di didattica nei laboratori).

Roma 26.04.2020

Il Coordinatore Generale Nazionale
FGU Dipartimento Università
Arturo Maullu

26 Aprile 2020

categorie: NEWS FGU NAZIONALE